domenica 1 giugno 2008

STOFFA...

Di colpo la prese e la strinse al petto singhiozzando. Sembrava volesse portarla dentro di sè, ma non sapeva come fare. Le dita si stringevano dure e sottili contro lo stoffa stropicciata. Le nocche si muovevano disegnando scattanti armonie di un mesto ricongiungimento. Ad un tratto avvicinò la stoffa al naso...poteva ancora sentire il suo odore; era passata una settimana da quando A. l'aveva indossata, eppure niente era cambiato: il profumo della sua pelle misto ad un leggero aroma e frammezzo un pizzico di sudore.
Eppure non riusciva più a smettere di piangere, e le sue mani continuavano a sudare freddo strizzando e spiegazzando quel cotone leggero. Le lacrime si susseguivano veloci, una dietro l'altra, per le stesse vie, tanto che quella maglietta fresca ormai era piena di un umidità umana, di espressioni di una gioia immanente e immediata...ma non duratura. La gioia dello sfogo dopo il naufragio, per aver capito di esserci ancora.
Ma nulla più.
E intanto, lacrima dopo lacrima, quella maglietta aveva perso il suo odore...

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