domenica 25 maggio 2008

DIARIO DI SCUOLA

Ahimè non è possibile escludere il caso del vero teppista, del teppista assassino [...]. Rarissimo ma esiste, nella scuola come altrove. In 25 anni di insegnamento, su circa 2500 allievi, devo averlo incontrato una o due volte. L'ho visto anche in corte d'assise, questo adolescente dall'odio precoce, dallo sguardo gelido, che pensiamo finirà sulle pagine di cronaca nera perchè non sa controllare alcuna pulsione [...], coltiva la rabbia, premedita la vendetta, ama fare del male [...] e rimane assolutamente impermeabile al rimorso una volta commesso il crimine. Quel ragazzo di 18 anni ad esempio che spezzò la colonna vertebrale del giovane K. a colpi di ascia per il semplice motivo che costui era del quartiere di fronte... [...]. Ma anche quella ragazzina educata in scuole private, pessima studentessa di giorno e di notte seduttrice di quarantenni che consegnava a due complici, della sua età [...], che li seviziavano a morte per derubarli.
Questi non sono adolescenti qualsiasi. Una volta spiegato con tutte le cause sociopsicologiche immaginabili, il crimine irmane il mistero della nostra specie. Non stupisce che la violenza fisica aumenti con la pauperizzazione, l'isolamento, la disoccupazione, le tentazioni della società consumistica, ma che un ragazzo di 15 anni premediti di pugnalare il proprio professore - e lo faccia! - rimane un atto patologicamente singolo.
Farne, a suon di titoli di prima pagina e programmi televisivi, il simbolo di una certa categoria di giovani, in un luogo preciso (le scuole di banlieue), significa far passare quei giovani per una banda di assassini e la scuola per un focolaio criminogeno.
[...] è soprattutto a casa che gli uomini si uccidono però, sotto il loro tetto, nella fermentazione segreta del loro focolare domestico, nel cuore della loro personale desolazione. Far passare la scuola per un luogo criminogeno è, in sè, un crimine insensato contro la scuola.

tratto da
Diario di scuola, Daniel Pennac, Feltrinelli 2008

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